La consanguineità sembra essere sempre di più un argomento basato su approcci prevalentemente “emotivi”, da parte degli allevatori, piuttosto che da basi scientifiche e che suscitano posizioni e pareri differenti.
Mentre alcuni degli allevatori usano la consanguineità per migliorare la qualità dei loro cani il più velocemente possibile, altri la evitano come una questione di “principio” credendo che tutti i problemi genetici saranno risolti diminuendo semplicemente il livello di consanguineità, nell’accoppiamento programmato, senza alcun altro intervento a monte della selezione stessa, glissando inconsapevolmente o volontariamente le possibili strategie e gli strumenti per il controllo del coefficiente d’inbreeding, realmente efficaci ad una selezione sostenibile.

La “questione” vista dal punto di vista dei genetisti, non è altro che un sistema di allevamento con vantaggi e svantaggi che devono essere considerati. Per avere la possibilità di affrontarlo in modo efficiente, sembra necessario essere informati su quei meccanismi genetici che causano i vantaggi della consanguineazione e gli svantaggi.

Pertanto nella valutazione del rapporto tra inbreeding e tratti riproduttivi nei cani, dobbiamo rispondere ad alcune domande:

🖲 1. Cosa significa inbreeding
La consanguineazione è definita come l’accoppiamento di due individui che sono più strettamente imparentati di due individui scelti a caso della rispettiva popolazione. Il grado di relazione genetica tra due individui dipende dal numero e dalla posizione degli antenati comuni nel loro pedigree e può essere misurato calcolando il “coefficiente di consanguineità” (COI) che è stato stabilito da Sewall Wright nel 1922. Il COI si basa sul calcolo delle probabilità combinate ed esprime la percentuale prevista di geni identici che un individuo eredita da uno o più antenati comuni dei suoi genitori (Falconer, 1984).
👉 Va tenuto presente che il COI rappresenta solo un valore di probabilità media che varia con il numero di generazioni considerate al momento del calcolo e pur essendo lo stesso per i fratelli pieni, ovvero della stessa cucciolata (stesso padre e stessa madre, possono differire fortemente nel loro grado individuale di omozigosi.

🖲 2. Quali sono le conseguenze della consanguineità
La conseguenza di base è l’aumento della percentuale di omozigosi. Le conseguenze pratiche dipendono dalla qualità e dalla funzione di quei geni che diventano omozigoti. Se questi sono geni che sono associati a tratti desiderabili, la consanguineità porterà al miglioramento rispettivamente della fissazione di quei tratti nella popolazione. Se questi sono geni difettosi o indesiderati, causa di malattie ereditarie, la consanguineità porta ad una maggiore prevalenza, ovvero ad una maggiore incidenza di tali malattie. Inoltre l’aumento dell’omozigosi ha alcune conseguenze non specifiche. Poiché l’aumento dell’omozigosi è sempre associato ad un aumento delle frequenze dei geni di quei geni che diventano omozigoti più spesso, contemporaneamente le frequenze dei geni alleli diminuiscono e talvolta quei geni alleli scompaiono dalla popolazione. Questo cambiamento nelle frequenze genetiche si traduce in una perdita di diversità genetica a livello di popolazione e a livello individuale. Di solito è associato a una diminuzione non specifica della forma fisica nota anche come “depressione di razza”.

👉 L’idoneità nel contesto della genetica della popolazione è definita come la proporzione in cui la prole di un singolo animale contribuisce alla generazione successiva. Il fitness include quindi attributi di resistenza alle malattie e vitalità, nonché attributi delle prestazioni riproduttive. I sintomi della depressione da consanguineità sono causati principalmente da una ridotta adattabilità contro le influenze ambientali dannose. Soprattutto gli attributi con bassa ereditabilità e quindi alta reattività contro l’ambiente sono inclini ad essere influenzati dall’omozigosi.

Esistono un numero quasi innumerevole di documenti che trattano le associazioni tra consanguineità e fitness in diverse specie. Sebbene l’influenza effettiva di un livello di consanguineità definito differisca da popolazione a popolazione a causa dell’onere genetico individuale della popolazione, la pressione di selezione individuale e la qualità individuale dell’ambiente, la posizione complessivamente accettata è che un livello crescente di omozigosi porta a una diminuzione della forma fisica, che si traduce in una minore resistenza alle patologie. (Kristensen e Sorensen, 2005).

References

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